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Discorso Daniela Stampanoni - 31 maggio 2021

Sia in Municipio che in Consiglio Comunale vi è stato un avvicendamento di persone con l’arrivo di volti nuovi, tra cui dei giovani e questo mi fa piacere. Giovani che penso motivati e pronti a impegnarsi. Giovani che porteranno una visione del mondo diversa dalle precedenti generazioni e che dovranno operare scelte con la prospettiva di un futuro molto più lontano del mio. 

Ritrovarmi nel ruolo di decana mi ha fatto riflettere molto su come e cosa rappresenti nel 2021 la figura dell’anziano. Riflessioni scaturite anche dall’esperienza indotta dalla situazione pandemica dello scorso anno. Per lungo tempo nel corso dei secoli “anziano” è stato sinonimo di saggezza, di esperienza, di autorevolezza. Vi è tutta un’iconografia ben nota sulla figura dell’anziano rappresentato come grande saggio. Poi man mano nell’ultimo secolo, anziano è diventato (in parte) colui che è fuori tempo, non più produttivo e quindi in qualche modo inutile e a volte marginalizzato. Alla figura dell’anziano viene spesso associato lo stereotipo di persona fragile, dipendente, bisognosa di cure e di assistenza, inglobando così in questa rappresentazione una fascia di età dai 65 anni, momento del pensionamento in poi. Come tutte le generalizzazioni, anche questa è fuorviante di una realtà molto più complessa e sfaccettata: se è vero che vi sono anziani fragili, emarginati, è pur vero che ve ne sono altri, e sono in gran numero, attivi, autonomi, presenti in diversi contesti. Tutti indistintamente portatori di un bagaglio di conoscenze e competenze: un enorme capitale che non può essere sprecato. Negli ultimi anni si sta discutendo molto sull’integrazione dell’anziano sia a livello di attività, sia con scelte logistiche mirate proprio per riconoscergli un ruolo indispensabile nella società: affiancare la vitalità, l’irruenza, la passione della gioventù con l’esperienza, la saggezza, la competenza di una vita vissuta.

Generalizzando credo che il giusto amalgama per tutte le categorie di persone sia fare in modo di unire le diverse visioni della vita e le diverse esigenze per creare un mondo dove stare bene insieme ognuno con la propria specificità, come protagonisti e artefici della propria vita e di quella della comunità.

Mi auguro quindi di poter vedere in questi tre anni un Consiglio Comunale coeso e determinato che sappia amalgamare visioni e sensibilità diverse per creare intese volte a valorizzare quanto di bello e prezioso vi è in Capriasca.

Vi ringrazio per l’ascolto e auguro a tutti BUON LAVORO!”

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